CAREGIVER, CUCINARE O MANGIARE? L'arte di saper aiutare

Maurizio Guasco • 3 marzo 2025

"Allora, lei vorrebbe cucinare o ....solo mangiare?"

"Voglio entrare con lei in cucina"

CAREGIVER ,

CUCINARE O MANGIARE?

L'arte di saper aiutare


Con questa citazione dal film “IL MENU”, vogliamo lanciare una provocazione sottolineando il fatto che , molto spesso, i caregivers si trovano in questo ruolo senza una adeguata preparazione.


Cucinare: saper creare armonia , bellezza, situazioni appaganti, assaggiare per esaltare il gusto

Mangiare: prendere senza gustare, senza sentire il sapore della fatica di chi ha preparato. Oppure essere temporaneamente costretti solo a nutrirsi.


La frase, ha lo scopo di far pensare al fatto che una persona deve decidere se è in grado di creare bellezza e amore o se è invece solo capace di nutrirsi di questi. Non c'è un giudizio ne una classifica per quale sia la scelta giusta, deve invece esserci la consapevolezza di essere in grado di gestire attivamente o meno una situazione di difficoltà in cui ci veniamo a trovare.

Si diventa caregiver non per scelta ma per necessità e ci si trova a dover imparare cose mai sentite e mai viste basandosi esclusivamente sull'esperienza del momento.

E' importante saper adattarsi alle esigenze del momento in modo rapido e ottimale e spesso questa “improvvisazione” mette a disagio e fa provare paura di commettere un errore. Chi diventa assistente non ha il modo di prepararsi e quindi sarebbe il caso di iniziare a fare corsi per aiutare chi si dovrà occupare di qualcuno in difficoltà.


L' errore non esiste ma esistono modi più veloci e pratici di agire.


La persona in difficoltà, si comporta da arrabbiata, egoista,dirige tutte le sue richieste a chi gli sta vicino in maniera arrogante, vuole stare solo ma soffre di solitudine, pensa che questa cosa non doveva accadergli, che esiste la sfortuna che lo perseguita, che il mondo gli si è rivoltato contro, vuole morire per non essere di peso a nessuno, gli viene tolta la libertà di vivere e non vede una via d'uscita.

Ma guarda un po', sei forse il centro dell'universo?

Lo dico per esperienza, perdiamo l'obbiettività e non siamo in grado di chiedere aiuto.

Chi è in difficoltà deve essere accompagnata a comprendere che non si perde la dignità nel chiedere aiuto, quando si ha bisogno lo si DEVE chiedere con tutto il coraggio che ci rimane anche se dobbiamo andare contro ai nostri principi che, altro non sono che delle limitazioni.

Quindi dobbiamo imparare a “CUCINARE” e costruendo un ambiente sano, ricco di bellezza e amore dove vivere con gioia perchè verranno momenti in cui non ci sarà niente da “MANGIARE” e si dovranno inventare piatti nuovi utilizzando gli avanzi di una vita che, se è stata spesa bene, avrà ancora tanta bellezza da regalare.

Creare una nuova vita con ciò che abbiamo, avrà un sapore di conquista e di orgoglio di essere UGUALMENTE UTILI anche quando tutti di diranno “poverino”.

Non fatevi mai dare del poverino da qualcuno che non sa nemmeno cosa significhi vivere in difficoltà.

Vi sembrerà che abbia cambiato argomento, invece i caregiver spesso non sanno cosa significhi vivere dipendenti da qualcun altro.

Essere un caregiver è una cosa altrettanto impegnativa quanto essere in difficoltà perchè significherà cambiare e adattare la propria vita a quella di un altra persona, prendersene cura molte ore al giorno, sospendere la realizzazione dei propri desideri, rinunciare a viaggi, partite, vacanze, carriera, sogni,

Ora vi faccio una domanda : chi ha detto che non possiamo condurre una vita gioiosa e appagante anche in questa condizione?

Dopo un primo periodo in cui si perdono tutti i riferimenti, si dovrà ricominciare a realizzare tutto ciò che si ha in programma trovando il modo più adatto alle nuove esigenze.

La vita non si ferma e ci offre nuove opportunità di viverla al meglio. Non si deve rinunciare a niente ma condividere, creare nuovi interessi in comune e per farlo ci vuole solo un piccolo e insignificante ingrediente: L'AMORE.

Creare corsi specifici per caregivers, sarebbe un ottima scusa per iniziare ad affrontare il problema delle relazioni interpersonali.

Vengono definiti i ruoli della coppia, leader e dipendenti, le capacità organizzative, quelle pratiche e quelle creative, i ruoli e la gerarchia.

Proprio come accade in una truppa da cucina che, guarda caso si chiama truppa. Ognuno ha un compito preciso ed è sua responsabilità quel ruolo,non il resto.

Come in una truppa militare ogni compito viene assegnato a seconda delle capacità e si potranno ottenere risultati ottimali e di qualità per realizzare una vita piena e creativa.


La vita non finisce con un problema ma il problema diventa una nuova opportunità di vita

Autore: Maurizio Guasco 23 aprile 2025
DANZA TERAPIA METODO ChiAma  Il Metodo ChiAma di danza terapia, ha come caratteristica l’utilizzo delle tecniche di danza come rieducazione per persone con problemi di equilibrio spesso legati a sintomi di malattie neurologiche come La malattia di Parkinson, Alzheimer, Distonie e tutta una serie di problematiche correlate a problemi di coordinazione e flessibilità del corpo. Particolarmente indicato per persone adulte, trova una buonissima applicazione nei bambini e negli adolescenti lavorando spesso su atteggiamenti psicologici messi in evidenza da problemi legati al movimento. La danza classica viene applicata in special modo alla Malattia di Parkinson aumentando la tonicità muscolare, la postura e l’equilibrio. La danza contemporanea viene invece utilizzata per memorizzare piccole sequenze adattissimo alla Malattia di Alzheimer. Lo studio dei ritmi musicali con il movimento di coordinazione allevia problemi di distonie. Tutte le lezioni si svolgono a basso impatto e sono adattabili a diversi livelli di apprendimento. Spesso vengono create delle mini coreografie che rappresentano momenti quotidiani e servono ad avere un motivo valido per continuare a creare sequenze che aiutano il rapporto tra mente e corpo in modo creativo, divertente e in condivisione. Il Metodo ChiAma, è adatto a bambini con DSA, aiuta la concentrazione e la comprensione dell’origine di alcuni atteggiamenti posturali sbagliati, spesso correggibili con un atteggiamento mentale nuovo. Soprattutto si applica il pensiero positivo e la ricerca di una prospettiva futura che stimoli il cambiamento. Vengono messi in evidenza i cosiddetti difetti e si trasformano in nuove opportunità che valorizzano le caratteristiche di ogni partecipante. Il “difetto” come punto di partenza per una nuova prospettiva. Le lezioni si svolgono a Valenza, Alessandria e Casale Monferrato ma, con i corsi di formazione professionale riconosciuti da CSEN-CONI, è possibile formare nuovi danza terapeuti che possono operare in tutta Italia con un Diploma Nazionale riconosciuto. Tutte le informazioni su: www.accademiadidanzavietatariproduzione.it
Autore: Maurizio Guasco 8 aprile 2025
Quello che penso è ciò che ho vissuto
Autore: Maurizio Guasco 7 marzo 2025
Realizzare un sogno è vivere una vita felice